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LA VITA È BELLA

 

Commerciante, lo sono stato anch'io, per un po' di anni. Avevo rilevato un video-noleggio in Via dei Monti di Primavalle 203, quando circolavano ancora le Lire. All'inizio gli affari andavano bene. Anzi, molto bene. Fui uno dei primi, a Roma, ad installare il distributore automatico di videocassette, il primo in assoluto nel mio quartiere. Ma quando hai un negozio non stacchi mai la spina. Lavori 24 ore al giorno. Anche la notte che, si sa, porta consiglio. Stai sempre lì a pensare a come incrementare i guadagni, cercando di inventare qualche iniziativa commerciale che funzioni. Di giorno ti accovacci in quel guscio che è la tua bottega mentre la vita scorre, là fuori. Oltre l'entrata c'è la luce del sole. Dentro al negozio, quella dei neon. E tu pensi solo a guadagnare soldi che non avrai il tempo di spendere.

 

Ma "un bel dì" iniziano i lavori per il prolungamento della linea A della metropolitana. Chiudono completamente la strada in cui hai la videoteca e, dove c'era la luce del sole e la vita che scorreva, adesso c'è un enorme cantiere, una voragine nell'asfalto, e il tuo negozietto del caxo sta proprio sull'orlo di quel precipizio.
Resisti per poco più di due anni. Poi chiudi per sempre perché non ce la fai a pagare un affitto che, al
rinnovo del contratto di locazione, è letteralmente triplicato. La proprietaria delle mura, ingorda e stupida, non vuole sentire ragioni e ti dà lo sfratto. 


Impara l'arte e mettila da parte, diceva il nonno di qualcuno. Così imbracci la tua chitarra e vai a suonare in Via della Maddalena, in pieno centro storico, con la custodia aperta davanti ai tuoi piedi, per le offerte.

Hai due figlie piccole, non c'è tempo per piangersi addosso. E poi è divertente! Veramente divertente. Si guadagna sufficientemente, non hai orari fissi e, quando canti, strilli come un forsennato. Ti sfoghi. Vomiti addosso ai passanti tutta la tua rabbia e il tuo dolore. E fai pace col mondo. La vita è bella e piena di imprevisti che possono rivelarsi opportunità. Finché sei giovane...

Fu un periodo inaspettatamente felice quello in cui feci il cantante di strada... Un attimo prima avevo un’attività commerciale bene avviata, una casa comunale ristrutturata con gusto e una famiglia che amavo. Un attimo dopo ero col culo per terra. Interpretare le mie emozioni, intonandole per consegnarle a perfetti sconosciuti, fu un’esperienza travolgente. Mi permise di guardarmi dentro. E di volermi bene. Poi osservai meglio chi mi stava accanto e, quella che credevo fosse la mia stella cadente, si rivelò un dannatissimo buco nero: nel vederla, avevo desiderato la persona sbagliata.

 

E ancora non sapevo quanto...

(da terminare)

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