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- Se l'amore appartiene al poeta e la paura al romanziere, allora la solitudine appartiene allo streepher. Essere un fotografo di strada significa entrare volontariamente in un mondo solitario, perché è un esercizio artistico di invisibilità. Questa persona, con la sua macchina fotografica, non si nasconde ma si allontana. Si toglie volontariamente dalla scia della vita. Si trasforma in una costante testimonianza, in qualcuno che vive per vedere le vite degli altri, senza farsi notare.
La scrittura è spesso considerata la professione più solitaria ma, l'isolarsi, non deve essere confuso con la solitudine: la prima è una condizione che scegliamo, la seconda è una condizione che subiamo. Lo scrittore crea un suo mondo, e ne diviene governatore; lo streepher si muove attraverso il nostro mondo, cercando l'anonimato, sperando che sia in grado di umiliarsi abbastanza da riuscire a vedere e registrare quello che per il resto di noi (coi nostri percorsi rumorosi, nelle nostre richieste di essere ascoltati) è troppo presente per riuscire a vederlo. Per praticare quest'arte è necessario innanzitutto annullarsi. - 
(Hanya Yanagihara)

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